Noi che abbiamo a che fare con la pasta dalla mattina alla sera in fondo lo sapevamo già, ma ora possiamo dire che è ufficiale. Una ricerca ha provato l’esistenza di un meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta.
Lo studio è opera del Behavior & Brain Lab della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. Si tratta della prima volta che la ricerca scientifica ha indagato la sfera emotivo-gratificatoria per capire come, quanto e perché siamo felici quando mangiamo un piatto di pasta.
La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo di 40 pasta lovers attraverso 4 diverse tecniche di studio che hanno permesso di approfondire diversi aspetti del rapporto tra i soggetti e questo alimento:
– la neuroanalisi, per comprendere gli stati di attivazione emotivo-cognitiva durante l’assaggio;
– la bioanalisi, che tramite battito cardiaco e microsudorazione analizza il livello di attivazione fisiologica ed emozionale di fronte agli stimoli;
– il face reader, che analizza, grazie al face coding, le variazioni delle microespressioni del volto di fronte a uno stimolo;
– un questionario per elaborare il vissuto razionale dei partecipanti e compararlo con quanto emerso dai dati neurofisiologici.
L’indagine ha considerato il tipo di reazione emotiva e il relativo grado di coinvolgimento raggiunto al momento dell’assaggio in comparazione ad alcune attività preferite (come ascoltare musica, o guardare le olimpiadi, una partita di calcio o tennis).
Lo studio conferma che mangiare pasta provoca uno stato emotivo-cognitivo positivo con dei risultati uguali, se non addirittura superiori, rispetto a quelli registrati con musica e sport. I quattro parametri di analisi esaminati testimoniano anche che l’esperienza emotiva vissuta durante la degustazione della propria pasta preferita è pari a quella generata dalla rievocazione di ricordi felici!
